Io sono fiero di poter dire di essere italiano, ma rasenterei l'idiozia se affermassi che questo è il miglior paese del mondo, se affermassi che l'italiano medio non è facilmente preda di populistihe promesse e alla mercé di politici che cavalcano il malcontento generale alimentando odio, paura e eurofobia.
(So che questo blog probabilmente non è lo spazio più idoneo per parlare di politica, ma a pochi giorno dalle elezioni non possiamo far finta che queste siano elezioni come le altre, e la partecipazione politica oggigiorno può essere facilmente agevolata dai nuovi media, quindi perché non adoperarli?)
Premessa, quando dico di essere orgoglioso di essere italiano lo dico schiacciato dal peso
dell’onore che porto a vivere in un territorio che ha la fortuna di essere dotato
di una bellezza unica, raffinata e colta. Penso ai grandi architetti, scultori,
pittori, musicisti, poeti o artisti da strapazzo in generale che minuziosamente
hanno contribuito a rendere l’Italia il posto che è adesso. Penso ai grandi
nomi che hanno illustrato la patria con le loro azioni: Leonardo da Vinci,
Alessandro Volta, Antonio Meucci, Camillo Benso, Benigni e Toni Servillo, Paolo
Sorrenti, Giuseppe Verdi e Garibaldi. Potrei continuare per ore, i grandi
uomini sono nati e spero sempre nasceranno da questa penisola. Oggi purtroppo
tristemente le migliori teste di questo paese emigrano all’estero in cerca di un
futuro migliore
Ho viaggiato poco in vita mia, non sono un grande globetrotter ma mi piacerebbe
vederlo questo bizzarro mondo.
Vorrei vedere le Pampas argentine, la Cappadocia in Turchia, la città di Petra
in Giordania, le Piramidi in Egitto, New York, la torre Eiffel, la porta di
Brandeburgo, le bellezze del vecchio continente e tutto quello che da quando
sono piccolo stuzzica la mia attenzione. Ma non c’è nulla da fare, quando vado
nei luoghi a me cari in compagnia di amici o parenti mi si strugge il cuore, come
quando dall'aereo di ritorno da un viaggio, guardando dall'oblò intravedo la sagoma della mia città mi
sento rincuorato, l’unica cosa che penso in quel momento è “casa”.
Mi ritengo nazionalista? Non lo so, probabilmente per alcuni si per altri
non abbastanza, ma questo non mi importa fondamentalmente. Però da quel posto a
me tanto caro ho imparato alcune cose che porto nel profondo: la solidarietà e
imparare a pensare. Cose che nella mia bella Italia vedo sempre meno. Non è
colpa solo della popolazione ovviamente, siamo portati per necessità ad essere
così, io per primo molto frequentemente indugio nella prima e ancor più spesso
nella seconda.
Quelle del quattro marzo saranno elezioni importanti, eppure più di una
campagna elettorale mi è sembrato di assistere a una mal assortita accozzaglia
di mercanti nel tempio e qui onestamente di salvatori pronti a salvarci non ne
vedo. Poco male, credo possiamo salvarci da soli.
Quello che con il mio post voglio fare, dopo tutto questo monologo
è quello di chiedervi di INFORMARVI (ma veramente, no su blog complottisti o
giornali di partito), lo so che è una scocciatura immane, può essere frustrante,
sminuente a volte, ma come si può far votare o votare senza sapere niente sulla
propria realtà? Sarebbe come preparare un piatto con ingredienti che non conosciamo.
Battute a parte vi chiedo di informarvi su cos’è il quantitative easing, la
flat tax e i suoi risultati, il reddito di cittadinanza, la definizione che la
nostra costituzione da come rifugiato politico-profugo, neo-liberismo, jobs act, le istituzioni europee e tutte le vicende che la quotidianità ci mette davanti.
C’era un spot molto semplice qualche anno fa, “se non ti occupi della politica, lei si occuperà
di te”, l’abbiamo visto con i governi tecnici che uno dopo l’altro si sono
seguiti in questo paese, per troppo tempo in Italia non ci si occupò della
politica, ecco quale fu il risultato.
L’Italia ha necessità di guardarsi intorno, basta guardare il nostro piccolo
orto, altrimenti all’interno dello scacchiere politico mondiale non potremo mai
ambire a un posto di primo piano, e ad essere piccoli in questo mondo così
grande e buio, si rischia molto. Come si fa a guardarci intorno? INFORMANDOSI,
non disinteressandosi o votare per partito preso non fate come gl’ignavi della
divina commedia, schieratevi, ma solo dopo esservi informati. Dovete essere
esigenti dai vostri leader, e potrete esserlo solo se informati e armati di
raziocinio.
Tocqueville stesso diceva nel suo saggio “La democrazia in America” che -la democrazia è il potere del popolo
informato- informazione che in Italia non c’è (un po’ per il basso livello
dei nostri mezzi d’informazione, troppo impegnati a speculare sull’ultimo
macabro omicidio o aggressione piuttosto che parlare di finanza agevolata o
come prendere gli eurofondi; d’altro canto se secondo le stime del 2017 gli
italiani passano almeno un paio d’ore al giorno sui social si potrebbe facilmente
ipotizzare che si potrebbe utilizzare tale tempo per informarci, ma come dicevo
prima non ci si informa, a mio avviso per pigrizia mentale). Qui, in questo
paese tuttalpiù abbiamo la presunzione del sapere che è un peccato ancora più
grave a mio avviso. L’arroganza della finta conoscenza è molto pericolosa,
penso alle persone che oggi si scagliano come leoni contro i vaccini avendo
nozioni mediche da quinta elementare.
Informatevi, pensate in maniera lungimirante a cosa le
vostre scelte comporteranno e poi votate. Almeno questa volta votate per un presente che non sussista ipotecando
il futuro.
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